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LETTERA AL PRESIDENTE TINEBRA - PROVVEDIMENTI DI MOBILITA' PERSONALE DIRETTIVO 25/06/2004
Prot. 122/C2 - del 25.6.2004
   
Pres. Giovanni Tinebra
Capo del DAP
R O M A
  E, p.c.:
Dott. Gaspare Sparacia
Direttore Generale del Personale e della Formazione - DAP
ROMA
   
D.ssa Pierina Conte
Ufficio Relazioni sindacali DAP
ROMA
Oggetto: Provvedimenti di mobilità personale direttivo.
Sorprende, e delude, la circostanza che siano state emanate disposizioni aventi come oggetto la mobilità d’ufficio dei direttori penitenziari C2, senza che, su un argomento di così grande delicatezza, fossero preventivamente ascoltate le OO.SS. del personale e, ancor di più, questa organizzazione, la quale raccoglie le adesioni esclusivamente di quanti appartengano alla predetta categoria di funzionari, e ciò apparentemente in dispregio di norme contrattuali che regolamentano il sistema delle relazioni sindacali, così non contribuendo al miglioramento delle condizioni di lavoro ed alla crescita professionale dei propri funzionari, al fine di conseguire ed incrementare efficienza ed efficacia dei servizi pubblici erogati alla collettività.
Imporre, senza che si sia pervenuti ad espliciti accordi di mobilità, decisioni di simile portata, unilateralmente, impedendo ogni confronto finalizzato non ad impedire chiare e trasparenti gestioni del personale, bensì per agevolarne il corso, avendo tutti a cuore le sorti dell’amm.ne e condividendo gli sforzi doverosi perché effettivamente si raggiungano gli obiettivi istituzionali, risulta essere una pratica amministrativa quantomeno incomprensibile, anche perché per altre categorie professionali penitenziarie analoghi atteggiamenti e decisioni sembra che mai siano state assunte, anzi.
Possibile, si chiede questa O.S., che l’amministrazione, la quale dovrebbe anche avere a cuore le problematiche evidenti di quanti, direttori, con stipendi “indegni”, rispetto a quanto già gli stessi offrano quotidianamente alla collettività, e con benefits diversi, anzi assenti, rispetto a quelli che vengono, normalmente, assicurati agli appartenenti alla polizia penitenziaria, ai magistrati ed al altre categorie professionali (ove si tiene conto si spese di sistemazione, si offrono incentivi e trattamenti di missione per significativi periodi, si considerano le realtà per quello che la criminalità esprime in quelle aree, riconoscendo ulteriori benefici economici, etc.), non si renda conto che corrisponda ad una sorta di CONDANNA, allo stato attuale delle cose, trasferire, ex abrupto, un funzionario direttore da una sede all’altra, tra l’altro geograficamente distanti, e quindi già demotivarlo, umiliarlo e obiettivamente maltrattarlo ingiustamente ?
Ma davvero l’amm.ne non si rende conto che con stipendi che oscillano dai 1200 a 1400 euro al mese quando va bene, con straordinari pagati mai regolarmente (come ad esempio avviene, giustamente, per la polizia penitenziaria…), possa risultare non difficile, ma addirittura temerario pensare di trasferire dei colleghi i quali dovranno affrontare spese di locazione, mantenimento, di dignitoso vestiario, etc. assolutamente incompatibili con i trattamenti, anzi, maltrattamenti economici a loro attribuiti, senza dimenticare le questioni di carattere personale e familiare ?
Lo stipendio che riceve un direttore C2, ma lo stesso valga per un direttore C3 che non abbia il trattamento economico di dirigente, è inversamente proporzionale a quello di altre figure penitenziarie, e talvolta la differenza non risiede nel merito e nei risultati di servizio, bensì in un giorno, o in un mese di maggiore anzianità complessiva nel ruolo.
Fingere di non comprendere queste cose, o addirittura non comprenderle per davvero, è quantomeno scandaloso.
E poi, perché individuare una o più regioni campione da “sacrificare”, preannunciando la mobilità dei direttori C2 in servizio presso quelle sedi e non comprendere l’intera realtà nazionale ? se davvero c’è la legittima esigenza di formare un elenco di direttori che debbano essere trasferiti per ragioni di servizio, in sedi con carenze d’organico, ebbene, esso deve comprendere tutti gli appartenenti al ruolo e la distinzione deve poggiare su circostanze obiettive, talchè nessuno debba sentirsi unto o, al contrario, punito dal Signore.
Ciò detto, si prega la S.V. di intervenire al riguardo, prima che la cosa sfoci in immaginabili ricorsi, contenziosi od altro, e di aprire un tavolo di confronto con le parti sindacali, e questo non per fare “consociativismo” ma – semplicemente – perché previsto dalle norme contrattuali nonché perché risulta il modo più onesto e corretto, con soddisfazione di tutte le parti, di affrontare questioni di non poco conto, e tanto proprio nell’ottica della collaborazione e reciproca lealtà che deve allignare tra le rappresentanze sindacali e l’amministrazione pubblica, per l'appunto.
Nel contempo, questa O.S. invita la S.V. a disporre che venga trasmessa alle OO.SS. la copia del verbale ove risulti che siano stati sentiti i sindacati (a memoria il SI.DI.PE. non ricorda di avere partecipato ad alcun tavolo negoziale in argomento…), anche al fine di ricalcare i ragionamenti che possano avere spinto i firmatari, rappresentanti del personale, ad aderire con disarmante semplicità al progetto del DAP, pure perché – dal recente e condiviso comunicato della CISL-FSP – si nega con forza tale conoscenza, per averne la necessaria doverosa informazione.
Sig. Presidente, non c’è in questa sigla alcuna voglia di mera contrapposizione fine a se stessa (e per il vero si ritiene che tanto sia cosa condivisa anche con le altre OO.SS., per quanto le dialettiche e le sensibilità siano, com’è giusto, diverse…), perchè ben si comprendono le difficoltà che molti colleghi incontrano in quelle Regioni, e la Sardegna è forse l’esempio più emblematico, ove la penuria di funzionari direttori penitenziari si riflette pesantemente sui primi, costretti a continui servizi di missione, a particolare stress, etc. (tra l’altro senza neanche ricevere eguale, modesta, gratificazione, per ciò che attenga l’effettiva effettuazione dell’orario di lavoro utile, e del relativo straordinario, così come avviene per gli Assistenti Sociali e i Direttori di CSSA a causa di un inspiegabile vuoto “contrattuale”…), ma ciò non giustifica e motiva l’adozione di iniziative unilaterali percepite come arroganti, e non invece, partecipate, così come una cultura amministrativa pubblica progredita e davvero funzionale dovrebbe pretendere e realizzare, per il bene della Nazione.
  Confidiamo in Lei, La prego non ci deluda.
  Cordialmente
Il Segretario Nazionale
Dr. Enrico SBRIGLIA

 

 

 

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