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COMUNICATO - Warning! : adesso abbiamo anche i Comitati di BASE 07/07/2004
E’ pervenuta a molti colleghi, anche al sottoscritto, un comunicato di un asserito CO.DI.BA. (Comitato Direttori di Base) che lamentando promesse e false speranze, asserisce che il DDL “Meduri” è una “Bufala”.
E’ un’opinione, potrebbero anche avere le loro ragioni per credere ad un tanto e la democrazia prevede che ciascuno possa civilmente obiettare su tutto ciò che non gli aggrada, però non è deontologicamente corretto, nei riguardi della categoria e disdicevole verso la collettività, affermare che vi siano inciuci ed intrallazzi, realizzati con la complicità dell’ARAN, senza invece precisare che il nostro triste attuale stato è dovuto a scelte scellerate fatte in passato e verso le quali l’attuale Governo, la sua maggioranza e anche diversi, illuminati parlamentari, dell’opposizione moderata stanno cercando di porre un rimedio.
E’ semplicistico imputare responsabilità ad organismi istituzionali, quali l’ARAN, di colpe che non hanno.
Sconcerta, inoltre, che si parli di “clan di napoletani” e “clan di siciliani” i quali truffando i direttori penitenziari avrebbero come mira sostanzialmente la “stasi” dell’amministrazione al fine di mantenere situazioni di potere.
Certamente l’attuale situazione favorisce quanti, profittando in un recente passato di un quadro normativo che lo consentiva, hanno raggiunto invidiabili posizioni di carriera che sono negate, pur avendo gli stessi presupposti professionali, ai più, determinando una iniqua ed ingiustificata sperequazione di trattamento, ma è quello che “altri”, e segnatamente il precedente Governo, hanno fortemente voluto, essendo l’attuale situazione perfettamente prevedibile all’indomani della cancellazione, ex abrupto, dell’art. 40 della legge 395/90.
Fa specie che oggi i sostenitori di quanti operarono per realizzare questa ingiustizia, convinti che i beoti direttori abbiano dimenticato la Storia degli avvenimenti che vide i primi complici e sicari di coloro che odiavano la categoria, assurgano alle vesti di “possibili salvatori”, fa specie ed è profondamente immorale.
Se hanno così repentinamente cambiato le loro idee, o non valevano niente loro o non valevano niente le loro idee.
Noi del SI. DI. PE. siamo convinti che il processo riformatore che tutti auspichiamo sia ormai prossimo a venire, e tanto lo intuiamo dal quotidiano impegno che moltissimi profondono nel sostenere il disegno di legge MEDURI.
A quanti si trincerino dietro la sigla CO.DI.BA., invece, rivolgiamo l’invito ad “apparire”, ad avere il coraggio di assumersi le responsabilità per le cose che si affermino, perché la nostra categoria può anche essere, come lo è stata per mano colpevole altrui, sfortunata, ma non codarda, la codardia la lasciamo agli altri, altrimenti che direttori penitenziari saremmo ???
Finora ci siamo distinti per esserci posti quali servitori dello Stato seri, coscienziosi, perché intimamente convinti dell’importanza della nostra mission e responsabili nei riguardi della collettività, è questa e solo questa la strada che dobbiamo perseguire, evitando di scimmiottare atteggiamenti che non appartengano alla nostra professionalità, unica.
Cari colleghi (anche se ve ne fosse soltanto uno…) del CO.DI.BA. tornate in voi: voi non siete, pur con tanto rispetto ma corrispondente differenza, i metalmeccanici del Penitenziario, siete il ganglio vitale del sistema penitenziario, siete, siamo, funzionari (futuri dirigenti) dello Stato.
Il Segretario Nazionale
Dr. Enrico SBRIGLIA

 

 

 

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