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PIANO MARSHALL PER LE CARCERI ITALIANE 28/08/2007
(Esigere più risorse per il sistema penitenziario italiano)
Smorzati gli effimeri effetti dell’indulto, con le carceri che rapidamente si ripopolano di detenuti ai quali non viene offerta alcuna seria chance di reinserimento, torna nuovamente ad essere rovente la questione carceraria.
Alle strutture penitenziarie non vengono, infatti, garantite le risorse minime indispensabili per il loro corretto funzionamento, e tutto viene giocato su un calcolo di probabilità o mera casualità.
In diversi istituti penitenziari non vengono assicurati i fondi per le manutenzioni degli impianti antincendio, per la manutenzione degli impianti tecnologici, per la manutenzione degli impianti elettrici, degli impianti di video-controllo e per i sistemi di allarme e/o di ricetrasmissione; non vengono neanche assicurati i fondi per l’acquisto periodico di beni che si deteriorino nel tempo (dalle tavolette dei copri water, ai rubinetti dei lavandini, dalle copie di chiavi alle serrature, etc.); non vengono adeguate, nonostante i formali impegni assunti con le OO.SS. del Personale della Polizia Penitenziaria, le Caserme, dove vivono migliaia di giovani agenti, a più civili e moderni standard di ospitalità, così come non sono assicurati i fondi per dotare gli uffici ed i comandi, presso gli istituti, di personal computer, fax, fotocopiatrici, di arredi a norma.
Il Personale della Polizia Penitenziaria risulta essere insufficiente e mal distribuito sul territorio, sono carenti i ruoli di alta specializzazione come gli Educatori, gli Assistenti Sociali, gli Psicologi, uguale cosa per le figure professionali degli infermieri specializzati e dei medici e non sono garantite le cure mediche: insomma, lo scenario è tra i più deprimenti e risulta esso stesso “criminogeno”.
Per tutte queste ragioni, come Sindacato dei Direttori Penitenziari stiamo a chiedere un reale, forte impegno del Ministro della Giustizia, Sen. MASTELLA, e del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Pres. FERRARA, affinché esigano ed ottengano le necessarie risorse economiche dal Governo, se per davvero non vogliono assistere alle esplosioni delle contraddizioni in cui sono costrette le carceri italiane.
Occorre una sorta di “Piano Marshall” per il sistema penitenziario italiano affinché il suo parco carceri risulti per davvero moderno, efficiente, differenziato sul territorio, rispettoso dell’ambiente e delle sensibilità delle comunità locali, produttivo, capace di consentire a tutti i detenuti di poter imparare un mestiere onesto e di lavorare durante l’intero periodo della carcerazione, sin dall’inizio della stessa.
Consentire ai detenuti di lavorare significa, anzitutto, rispettarne la dignità e non abbandonarli, come adesso, a loro stessi e alle organizzazioni criminali italiane e straniere.
Occorre pensare a carceri realizzate attraverso l’aiuto ed il sostegno dell’imprenditoria privata, con il Project Financing, conferendo complessivamente all’iniziativa privata tutti quei servizi onerosi oggi distribuiti tra più soggetti (ad es.: servizi di mensa aziendale per il personale penitenziario, servizi di somministrazione alimentare ai detenuti, servizi di lavanderia, servizi di manutenzione d’impianti, bar aziendali, etc.), nonché rapidamente e progressivamente dismettere, alienandoli, i vecchi obsoleti istituti carcerari onde edificarne dei nuovi.
Occorre assumere, e con urgenza, altro personale penitenziario specialistico e di nuova professionalità in numero congruo, distribuendoli in tutti gli istituti penitenziari (mediatori culturali e linguistici, esperti informatici, psicologi, etc.).
Apprendere, attraverso i mass-media, che lo Stato incasserà oltre 3 miliardi di euro, come recupero complessivo di ruoli erariali e previdenziali, motiva, ancor di più, l’attesa di questa Organizzazione Sindacale di vedere, finalmente, impegnati pure su questo fronte caldissimo, interno, una quota significativa di risorse che si renderanno disponibili.
La sicurezza ed il benessere dei cittadini passano attraverso un reale buon funzionamento delle carceri e del sistema penitenziario, nonché attraverso la promozione effettiva delle, meno onerose per le casse pubbliche, misure alternative alla pena: altrimenti, come per il passato, saranno solo sterili promesse e zero sicurezza
Il Segretario Nazionale
Dr. Enrico SBRIGLIA

 

 

 

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rassegna stampa su www.studiocataldi.it