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Comunicato del 29 maggio 2012 - Prot. n.19/T/2012 29/05/2012
Riconoscimento della specificità della carriera dirigenziale penitenziaria attraverso il primo contratto di categoria. Nota unitaria delle OO.SS. ai Ministri competenti.
Alle Colleghe ed ai Colleghi,
Dirigenti penitenziari di Istituto Penitenziario
e di Esecuzione Penale Esterna
LORO SEDI


Care Colleghe e cari Colleghi,
come già ho avuto modo di dire in altre occasioni il momento di grave recessione del Paese fa registrare un arretramento di fatto dei diritti di tutti, e in questo contesto il mondo penitenziario, da sempre destinatario di una scarsa attenzione, subisce un arretramento ulteriore.
Anche i diritti della dirigenza penitenziaria, a dispetto del riconoscimento dello status giuridico ed economico che con il D.Lgs. n.63/2006 dovevano concretizzarsi in termini di riconoscimento della funzione pubblicistica esercitata e della specificità rivestita, hanno subìto un arresto, danneggiando ulteriormente la categoria già vittima della mancata attuazione della riforma discesa dalla legge Meduri.
Ciò che lascia perplessi, invero, è che i dirigenti penitenziari di livello non generale sono un numero assolutamente risibile nel panorama dell'impiego pubblico, atteso che l'intera (teorica) dotazione organica è stata fissata dal D.P.C.M. 31 gennaio 20121 in sole 381 unità (342 dirigenti di istituto penitenziario e 39 dirigenti dell'esecuzione penale esterna: numero che non consente di credere che l'attuazione concreta della riforma attraverso la stipula del primo contratto di categoria possa pregiudicare le sorti economiche del Paese!
E intanto, senza contratto, i dirigenti penitenziari sono ancora destinatari del trattamento giuridico ed economico dei dirigenti della Polizia di Stato con funzioni di polizia, che doveva essere provvisorio e che invece dalla legge Meduri del 2005, istitutiva della carriera dirigenziale penitenziaria, non ha trovato alcuno sviluppo. Infatti il D.Lgs. n.63/2006, che avrebbe dovuto concretizzare la riforma, anche attraverso la stipula del contratto di categoria, é rimasto pressoché inattuato.
Per effetto di questa omissione i dirigenti penitenziari restano ancora privati di quei riconoscimenti economici che gli competono (si pensi ad un trattamento non inferiore a quello della dirigenza contrattualizzata) e, al di fuori della dirigenza generale, si trovano appiattiti su un unico livello retributivo, quello di base, poiché non si è dato corso al riconoscimento degli incarichi superiori e non è stata definita la parte variabile della retribuzione in relazione agli incarichi attribuiti ed ai risultati raggiunti.
Altro effetto di questa omissione è che i dirigenti penitenziari sono del tutto privi di uno status giuridico pieno, essendo sottoposti ora alle norme della polizia di Stato ora a quelle del D.Lgs.161/2001.
Occorre allora uscire da questa situazione di limbo giuridico nel quale i dirigenti vivono, sospesi in un trattamento economico e giuridico evanescente. Ed è per questo che occorre un'azione sinergica della dirigenza penitenziaria rivolta all'affermazione della necessità concreta che si definisca il primo contratto di categoria, tanto nell'interesse della dirigenza penitenziaria quanto del sistema penitenziario: non può funzionare un sistema complesso come l'esecuzione penale laddove non si presti l'attenzione dovuta ai suoi dirigenti, sui quali grava l'onere di dirigere e governare il delicato sistema penitenziario, peraltro in un momento dichiarato di emergenza.
Per questa ragione si è ritenuto di unire le voci e le forze delle organizzazioni sindacali della dirigenza penitenziaria che, insieme, hanno rivolto richiesta al Ministro della Pubblica Amministrazione e situazione venutasi a creare per l'assenza del contratto di comparto, per il quale a seguito di una manifestazione unitaria tenutasi nel luglio 2011, lo scorso settembre vi era stato l'accenno di apertura di un tavolo di trattativa che in concreto non è mai stata avviata.
Lo scopo che il Si.Di.Pe. si prefigge è quello di chiedere con forza che attraverso il contratto sia finalmente assicurato ai dirigenti penitenziari il pieno riconoscimento della specificità della carriera dirigenziale penitenziaria, sia sul piano giuridico che su quello economico, nel pieno rispetto dei principi inderogabili in materia di trattamento economico fissati dalla legge Meduri e dal D.Lgs. n.63/2006, anche con riguardo alla ricostruzione della carriera ex art.28 del precitato decreto legislativo.
Vi trasmetto, in copia, la nota unitaria che il Si.Di.Pe. ha sottoscritto insieme alle altre organizzazioni sindacali della dirigenza penitenziaria.
Sarà cura di questa Segreteria Nazionale tenerVi informati sulla questione.
Con i più cordiali saluti.

Il Segretario Nazionale
Rosario Tortorella

IL PRESIDENTE
Dott.ssa Cinzia CALANDRINO

Il SEGRETARIO NAZIONALE VICARIO
Dott. Francesco D'ANSELMO

Il SEGRETARIO NAZIONALE AGGIUNTO
Dott. Nicola PETRUZZELLI

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1) D.P.C.M. 31 gennaio 2012 << Rideterminazione delle dotazioni organiche del personale con qualifica di dirigente penitenziario, dei dirigenti di seconda fascia dell'Area I e di quello appartenente alle Aree prima, seconda e terza del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria del Ministero della giustizia>>, pubblicato nella Gazz. Uff. 22 marzo 2012, n. 69.

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Roma, 29 Maggio 2012
Al Ministro della Pubblica
Amministrazione e Innovazione
Cons. Filippo Patroni Griffi


Al Ministro della Giustizia
Avv. Prof. Paola Severino


Scriviamo in relazione alla situazione creatasi in relazione al Contratto della Dirigenza Penitenziaria, per il quale era stato aperto lo scorso settembre un tavolo di trattativa che poi si è interrotto.
Rammentiamo alle SS.VV. che questo personale, che svolge un'attività di alta funzione istituzionale, è senza contratto dalla istituzione della carriera di diritto pubblico (2005) e che, a seguito di una manifestazione unitaria tenutasi lo scorso luglio 2011 sotto Palazzo Vidoni, la Funzione Pubblica aveva preso un preciso impegno a portare a termine la trattativa per la sottoscrizione del Contratto, assicurando, in tal modo, ai dirigenti penitenziari di diritto pubblico, il legittimo trattamento economico.
Riteniamo che tale situazione non sia più rinviabile e pertanto vi chiediamo una immediata riapertura del tavolo negoziale riservandoci ogni azione a tutela del personale interessato.
Restiamo in attesa di un sollecito riscontro,

FP CGIL
Chiaramonte

FNS CISL
Mannone

UILPA Penitenziari
Sarno

Si. Di. Pe.
Tortorella

D. P. S
Galati



 

 

 

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