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“UNA PAUSA DI RIFLESSIONE PRIMA DI ASSUMERE DECISIONI GRAVI SULLA RIORGANIZZAZIONE DEL DIPARTIMENTO DELLA GIUSTIZIA MINORILE” 21/12/2008
(“Piccolo è bello, ma anche necessario…”)
Ribadendo quanto da noi già espresso, nell’incontro con le OO.SS. dell’11 dicembre sc., con il Sottosegretario alla Giustizia, Sen. Giacomo CALIENDO, siamo tornati a rappresentare, anche al nuovo capo del Dipartimento della Giustizia Minorile, Pres. BRATTOLI, ed al suo staff, nell’incontro con le OO.SS. dallo stesso promosso il giorno 19 dicembre, l’esigenza di una breve pausa di riflessione, prima che vengano assunte a livello politico delle iniziative prodrome di grandi problematicità nel settore della Giustizia Minorile.
Mai come oggi
, abbiamo sottolineato, sarebbe necessario rafforzare il sistema del Dipartimento della Giustizia Minorile, in quanto c’è d’attendersi un inevitabile incremento delle attività istituzionali, conseguenti all’incertezza del quadro economico nazionale ed internazionale la quale impatterà anzitutto sui nuclei familiari monoreddito, determinando situazioni di crisi sociali alle quali non eravamo più abituati. Seppure siamo convinti che l’Italia riuscirà a risalire la china, non possiamo permetterci di dimenticare le conseguenze, in tema di rischio di innalzamento della micro e macro criminalità, che si riverseranno proprio sulle fasce più deboli della popolazione, sulle famiglie a basso reddito, ancor più impoverite, e su quelle della classe media, costrette a rivedere stili di vita e di spesa, con le prevedibili conflittualità che sorgeranno nei rapporti tra genitori “stressati”, semmai in Cassa Integrazione, con i figli, costantemente  influenzati a modelli di consumismo sfrenato, per essi irraggiungibili se non attraverso scelte pericolose.Per non parlare dei giovanissimi figli di immigrati “in regola”, di quanti avevano scelto in nostro Paese per la sicurezza che poteva offrire sul piano economico e che oggi devono fare i conti con la chiusura dei cantieri e delle fabbriche: le dinamiche risulteranno ancor più accelerate nei riguardi di quei gruppi irregolari, già costretti a subire il lavoro nero e lo sfruttamento...E’ incomprensibile, pertanto, che proprio in tali frangenti si possa proporre di ridimensionare un settore pubblicistico, così rilevante per la sicurezza, come è quello del DGM…
E’ proprio in questi momenti che lo Stato deve essere più forte, presente, vigile.
Abbiamo apprezzato il modo elegante ed istituzionale con il quale, il Capo del DGM, mostrando di essere “Uomo di Stato”, ha inteso precisare che, pur non mancando di fare le proprie osservazioni di merito nelle sedi competenti, in tema di riorganizzazione, preferiva evitare commenti sulle decisioni politiche, tra l’altro non ancora definitive: Anche Noi crediamo, infatti, nel “primato della buona politica…”.Quanto sopra, però, non può impedirci di lanciare un vibrato grido d’allarme ripreso – è opportuno dirlo per correttezza – pure dalla generalità delle OO.SS. presenti: anche questo è un segnale importante, che fa comprendere ulteriormente come la passione e lo spirito di servizio che anima gli operatori penitenziari superi pure le differenze ideologiche e gli schieramenti, per puntare decisamente al rafforzamento dei servizi alla persona ed alla collettività.
Il Pres. BRATTOLI, pertanto, potrà contare sul sostegno dei dirigenti penitenziari di diritto pubblico e di questa sigla che li esprime, se il suo obiettivo sarà quello del rafforzamento del DGM
, il quale abbisogna di nuove risorse umane e non di ridimensionamenti, di una ancora più sistematica formazione professionale capace di trasformare in “specialità” il lavoro di tutti i suoi operatori, in primo luogo quelli della polizia penitenziaria, di interfacciarsi ancor di più con le realtà locali e con il territorio.E’ un dipartimento che dovrà essere implementato nei quadri tecnici ed amministrativi, che dovrà essere reso ancora più autonomo e versatile, affinché possa efficacemente, e tempestivamente, assolvere il suo mandato.“Piccolo è bello”…ma, nei tempi che viviamo, anche maledettamente necessario, soprattutto se si vuole evitare che i minori si trasformino “in giovani adulti”, che si arrivi al paradosso di certificare, attraverso il casellario giudiziale ed il mondo delle carceri, il fallimento di uno Stato che ha sprecato la ricchezza rappresentata dai giovani.Siamo però convinti che ci sia questo senso di altissima responsabilità nella politica e nei vertici del DGM, per cui con ponderata fiducia attendiamo di registrare il repentino cambio di rotta non assolutamente in contrasto con gli obiettivi di una maggiore sicurezza che, ancor prima di esprimersi con le parole della Forza, sa usare la Forza delle parole.A conclusione dell’incontro, abbiamo lasciato un appunto con le nostre considerazioni di contenuto tecnico riferite alla bozza del DM di riorganizzazione del Ministero della Giustizia e, nei prossimi giorni, dopo la pausa natalizia, ritorneremo ad offrire un nostro contributo, frutto dell’esperienza sul campo di quanti, dirigenti penitenziari, vivono con altissima tensione sociale la loro testimonianza di “civil servant” del DGM.
Il Segretario Nazionale
Dr. Enrico SBRIGLIA

 

 

 

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rassegna stampa su www.studiocataldi.it