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COMUNICATO SINDACALE 27/07/2011
“TEMPUS FUGIT”
L’INCONTRO CON IL CAPO DEL DAP, DEL 26-7-2011, NULLA HA MODIFICATO SULLA GRAVE SITUAZIONE CHE STIAMO VIVENDO COME CATEGORIA ED AMMINISTRAZIONE
Chiacchiere, forse un “bel parlare”, nulla da mettere nel paniere… questa è la sintesi che il SI.DI.PE. fa dell’incontro tenutosi ieri.

La nostra sensazione è che il DAP e l’insieme degli uffici centrali brancolino nel buio più profondo, e più si muovono più si “incartano”.

Forse qualcuno, forse lo stesso capo del DAP (perlomeno glielo auguriamo…) comincia a rendersi conto che senza i dirigenti penitenziari che operano negli istituti penitenziari e negli uepe non si va da nessuna parte, anzi si va, ma non dove si spera: si va diritti di fronte alla Corte dei Conti se non anche altrove…

Norme semplici e chiare, quelle dettate dalla Legge 154/2005 e dal D.lgs. 63/2006, non sono state attuate, sono state sostanzialmente sabotate e da male non può che venire altro male; forse qualcuno, quelli che prima di altri hanno abbandonato la nave per approdare in altri lidi, si salverà, gli altri, quelli che continuano a ballare, spendere, spandere, su Jaguar ultimo tipo ed affidando incarichi dispensati in dispregio di quelle anzianità di servizio e professionalità pur presenti nell’amm.ne penitenziaria, troveranno l’iceberg della sfiducia e della giustizia.

Domani si aprirà il primo tavolo contrattuale, come SI.DI.PE. saremo presenti insieme alla Cisl, e per quanto sia in corso una disputa legale per quanto attenga la formalizzazione piena della nostra maggiore rappresentatività e non si pregiudicherà l’avvio di altre azioni giudiziarie verso la F.P., sia noi che la CISL , insieme alle altre sigle, abbiamo interesse ad avviare un tavolo fin troppo a lungo dimenticato dalla parte pubblica.

Ciò però non potrà significare che, in ragione del fatto che si avvii la contrattazione, l’amministrazione abbia le mani libere, anzi, noi auspichiamo che le deterga al più presto, mostrando, seppure tardivamente, una sorta di “ravvedimento operoso”, annullando d’ufficio tutti quei provvedimenti di attribuzione d’incarichi, fatti in violazione delle norme in materia, che hanno avuto l’effetto di sottrarre a tante colleghe e colleghi il legittimo “diritto alle chance”.

Come Sindacato, infatti, non potremo mai avallare una ingiustizia e non ci convince che tanto sia stato dovuto ad una sorta di “stato di necessità”: lo sappiamo da operatori penitenziari: è proprio quando la situazione risulta difficile che occorre attenersi allo spirito delle norme, in specie quelle che impongono trasparenza nella condotta amministrativa.

La discrezionalità non significa, infatti, arbitrio e cancellazione di diritti per alcuni ma, ancor più, sensibilità ed attenzione nel rispetto delle regole per qualunque atto si ritenga necessario.

E’ una falsa dicotomia, di presupposizione, assumere, nelle premesse che ci sono state esposte per giustificare tali provvedimenti inopportuni, che non essere d’accordo su tali atti significava porsi in contrasto con gli interessi superiori dell’amministrazione, parafrasando la Filosofa Franca D’AGOSTINI (Verità avvelenata – Ed. Bollati Boringheri): “o sei con me o sei contro di me, non sei con me (n.d.r. con i provvedimenti di cui parliamo…), dunque sei contro di me” (n.d.r. amministrazione).

Si tratta di una frame semplificante, anzi ribadiamo che richiamarsi al rispetto delle norme e delle logiche amministrative risulta il modo migliore per rispettare l’istituzione.

Nel corso dell’incontro, dove come SI.DI.PE. abbiamo rappresentato con solare chiarezza le posizioni che ripetiamo da sempre nei nostri comunicati e nelle azioni che ne sono derivate, talché evitiamo di ripeterle perché quelle sono e rimangono, abbiamo comunque ribadito l’obbligo dell’amministrazione di disporre per tutti i dirigenti i nuovi inquadramenti tenendo conto dell’art. 28 del D.Lgs. 63/2006, al fine di ricostruire le carriere di ognuno, perché l’anzianità di servizio di cui parliamo era, ed è, la nostra vita, quella che abbiamo speso per l’amministrazione: non siamo infatti nati professionalmente con la legge 154/2005 e nessuno può permettersi di gettarla come un rifiuto !

Abbiamo preso atto, favorevolmente, che sembrerebbe esservi analoga volontà da parte dell’amministrazione: ce lo auguriamo, sarebbe il primo e serio atto di concreto avvio di una conciliazione con la categoria. Se, infatti, siamo contenti di sentire finalmente il Pres. IONTA affermare che la dirigenza penitenziaria pubblica rappresenti l’ossatura dell’amministrazione, le sole dichiarazioni non ci interessano (nella misura in cui non ci offendono…): siamo invece interessati ai provvedimenti concreti ed è onere dei “primi”, della dirigenza generale del DAP, intervenire presso gli organi politici e quelli governativi per tutelare le nostre posizioni a meno che non vogliano che si sia Noi a farlo, basta però che dicano con chiarezza se Ci sostengono, e non solo formalmente, o se invece preferiscono essere indifferenti, talché Noi si assuma le iniziative, anche pubbliche, più pertinenti.

Altro non abbiamo da dirVi, per quanto la riunione sia durata a lungo: è inutile ripetersi.

Il Segretario Nazionale
Dr. Enrico SBRIGLIA

Il Presidente
Dr.ssa Cinzia CALANDRINO

Il Segretario Nazionale Vicario
Dr. Rosario TORTORELLA

Il Segretario Nazionale Aggiunto
Dr. Francesco D’ANSELMO 

 

 

 

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